Melfi,03 settembre 2004
La Fiom a Melfi ricordando Claudio Sabattini
A un anno dalla scomparsa di Claudio Sabattini la Fiom nazionale lo ricorda organizzando a Melfi, venerdì 3 settembre, dalle ore 9.30 alle 14.00, presso il castello di Lagopesole, un dibattito pubblico sul tema “politica industriale e modello contrattuale, tra sviluppo e declino”. Ai lavori, che saranno presieduti dal segretario generale della Fiom Basilicata Giuseppe Cillis, interverranno, tra gli altri, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil e Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom. Nel corso della giornata verrà proiettato per la prima volta il documentario sulla lotta di Melfi, girato dal regista Stefano Consiglio.
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A un anno dalla scomparsa di Claudio Sabattini la Fiom nazionale lo ha ricordato organizzando a Melfi, presso il castello di Lagopesole, un dibattito pubblico sul tema "politica industriale e modello contrattuale, tra sviluppo e declino".
Nella mattinata, prima di cominciare i lavori del convegno, è stata inaugurata la nuova Camera del lavoro dedicata proprio a colui che, tra il 1994 e il 2002, è stato segretario generale della Fiom. Tra gli applausi dei presenti, tra i quali c’erano Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom e Giuseppe Cillis, segretario generale della Fiom di Potenza, Simone Sabattini, il figlio di Claudio, e Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, hanno scoperto la targa commemorativa, sulla quale è inciso: "A Claudio Sabattini, dirigente sindacale. Ha dedicato la sua vita per affermare i diritti e la dignità dei lavoratori".
Il convegno è stato aperto dagli interventi di due delegati Fiom, Leonardo Miniscalchi e Giuseppe Torraco, provenienti rispettivamente dalla Fiat di Melfi e dalla Fincantieri. Delegati che, nei loro interventi, hanno sintetizzato l’esperienza fatta dalla Fiom con le vertenze che hanno interessato, nei mesi scorsi, le loro aziende.
"Un dibattito sul presente e sul futuro e non una semplice commemorazione: abbiamo deciso di ricordare così Claudio Sabattini nel primo anniversario della sua scomparsa." Così Gianni Rinaldini ha cominciato il suo intervento.
"Melfi e Fincantieri - ha proseguito Rinaldini - sono due lotte che si sono sviluppate a partire dall’iniziativa lanciata dalla Fiom per i cosiddetti pre-contratti. Sabattini ha sostenuto con vigore questa idea, nata dopo l’intesa contrattuale separata del maggio 2003. Noi, diceva Sabattini, con l’unico vincolo di un costante rapporto democratico con l’insieme dei lavoratori interessati, dobbiamo aprire una fase più generalizzata possibile di contrattazione aziendale con i contenuti della piattaforma elaborata per il contratto nazionale. E ciò proprio per creare le condizioni per riconquistare il contratto".
"Ho citato la Fiat di Melfi e la Fincantieri - ha detto ancora Rinaldini - ma avrei potuto parlare anche della vertenza ThyssenKrupp a Terni e di quella Fiat a Termini Imerese: vertenze che rappresentano tutte elementi di una svolta che ci interroga, ci pone domande sul che fare."
"Una cosa - ha spiegato Rinaldini - per noi è chiara: per i giovani lavoratori di Melfi come per quelli della Fincantieri e per gli altri che sono entrati in fabbrica negli ultimi 10 anni la democrazia nell’azione sindacale non è solo una questione di metodo ma l’elemento attorno a cui si articola una nuova soggettività, la base da cui parte il soggetto collettivo che tratta con l’azienda."
"In questi giorni - ha poi detto Rinaldini - si è tornati a discutere di modelli contrattuali e di contrattazione. Su questo noi diciamo con fermezza, innanzitutto, che la discussione sul modello non può bloccare il rinnovo del contratto dei metalmeccanici."
"Detto questo - ha aggiunto Rinaldini - vogliamo affermare con la stessa chiarezza che a noi pare evidente che c’è chi entra in questa discussione con la volontà di cancellare il contratto nazionale."
"Il percorso di tali ragionamenti - ha spiegato ancora Rinaldini - è questo: adesso che tutti hanno scoperto che esiste veramente una questione salariale, si dice che occorre aumentare le retribuzioni. Dopo di che si sostiene, paradossalmente, che per aumentare le retribuzioni occorre indebolire il contratto nazionale per lasciare più spazio alla contrattazione di secondo livello. A noi pare evidente che il vero obiettivo di questi discorsi sia appunto quello stesso che si è posto anche, negli ultimi tempi, il padronato tedesco: eliminare il contratto nazionale. Al contrario, per noi il ruolo del contratto come elemento di solidarietà generale va rafforzato."
Dopo l’intervento di Rinaldini e quello di Franco Chiriaco, segretario generale della Flai (agroindustria Cgil) il convegno è stato concluso da Guglielmo Epifani, il quale ha sottolineato lo stato di declino del paese, che sta regredendo da paese produttore a paese consumatore. Parlando della contrattazione ha affermato che "la contrattazione è come i lavoratori esprimono la loro dignità nella consapevolezza di far parte della catena produttiva".
"La Confindustria - ha detto Epifani - ha tentato, prima dell’estate, di riaprire la trattativa sul modello contrattuale, ma questo non è possibile senza un punto di vista comune."
"L’accordo del 23 luglio - ha aggiunto - fu accettato dai lavoratori. Se si vuol cambiare sistema contrattuale, questo deve passare attraverso il voto dei lavoratori."
Sui contratti il segretario della Cgil è stato chiaro: "il contratto nazionale e quello di secondo livello hanno funzioni complementari, non contrapposte. Chi li vuole contrapporre ha l’unico obiettivo di diminuire le tutele e le garanzie".
A conclusione del convegno è stato proiettato, in prima visione nazionale, Appunti per un film sulla lotta di Melfi, un film documentario realizzato dal regista Stefano Consiglio - vincitore nel 2003 del premio Cipputi al Festival di Torino con L’uomo flessibile - sulla vertenza che ha visto impegnati come protagonisti, nella primavera scorsa, migliaia di giovani lavoratrici e giovani lavoratori delle imprese Fiat della zona industriale di San Nicola di Melfi.
Durante il convegno è stata presentata una pubblicazione, curata dal Centro studi R60 e promossa dalla Camera del lavoro di Reggio Emilia, in collaborazione con la Fiom di Bologna e di Reggio Emilia, che raccoglie alcuni degli ultimi interventi Claudio Sabattini: «Terrorismo, guerra, globalizzazione/ Le guerre come prosecuzione dei processi di globalizzazione. Che cosa fare contro l'attuale deriva» (Camera del lavoro di Reggio Emilia, 22 novembre 2002); «Catene al lavoro. Il controllo sociale dentro e fuori la fabbrica» (Centro studi R60 e Associazione storie in movimento, 11 luglio 2003); «La democrazia negata» (Fiom di Bologna, 18 luglio 2003).
- Vai al paginone "Ritorno a Melfi, dove chi lotta vince", tratto da Liberazione del 2 settembre 2004.